Relazioni Tossiche: Negazione e Controllo

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Relazioni Tossiche: Negazione e Controllo

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Si vive una relazione tossica quando il dramma e l’eccitazione diventano sostituti imparagonabili alla stabilità e alla maggior intimità che comporterebbe una relazione non tossica. Questa relazione diventa la principale ragione di vita, riempie le proprie giornate al punto tale che si decide di prendersi cura di questa persona,  di accudirla e in fondo cambiarla. Chi si lascia trascinare e travolgere da tali relazioni sta in realtà erroneamente cercando di riscattarsi, incapace al momento di creare relazioni di intimità profonda. Può capitare ad una persona che ha da poco subito un abbandono, la quale si sente  frustrata e insignificante; per fuggire alla propria tristezza può intraprendere una relazione sentimentale di questo tipo, con un partner sfuggente, che è lei stessa a dover rincorrere e accudire. Generalmente questi partner non hanno alcuna intenzione di cambiare, possono però  necessitare di essere accuditi poiché hanno bisogno di una figura apparentemente forte al loro fianco che dia loro senso di sicurezza. I partner preferiti per queste relazioni sono persone  tormentate da problemi familiari, da tossicodipendenze, alcolismo, o persone dedite esclusivamente a se stesse e al proprio lavoro, individui che stanno passando un periodo di confusione, non interessati ad intraprendere una relazione impegnativa, ma incapaci di stare soli. Allo stesso modo, l’altra persona, attraverso questa rincorsa, questa sfida inconsapevole con se stessa e con il proprio passato, allontana il senso di profonda disperazione e tristezza dovuto al precedente abbandono e si illude di poter cambiare il proprio partner. Non accadrà, non in questo modo. In molti casi, nonostante le lamentale e le sofferenze, i rispettivi atteggiamenti si mantengono stabili nel tempo poichè come dice la Norwood (nel libro “Donne che amano troppo”) danzano talmente tanto in sintonia da poter continuare per anni”. Il libro citato si riferisce in modo specifico a donne che si trovano in questa dinamica relazionale, in realtà si tratta di una dinamica relazionale che interessa, sempre più di frequente ,anche gli uomini.

Se la  persona sofferente  riesce  a rinforzarsi e a interiorizzare il fatto che può meritare di meglio,  riuscirà con il tempo ad abbandonare il proprio partner, inizierà a prendersi cura di se stessa e intraprenderà poi un storia sentimentale diversa. Altre persone, purtroppo, sono cresciute in un ambiente di grossa sofferenza psicologica dove la negazione e il controllo erano all’ordine del giorno e quindi tenderanno a passare da una relazione tossica all’altra, finchè non inizieranno a riflettere su se stesse, magari attraverso un percorso terapeutico personale. Frasi del tipo: “ a me i ragazzi/e normali annoiano..” sono tipiche di queste persone e di queste relazioni ed è proprio quello che esse provano quando cercano di frequentare individui equilibrati che non hanno bisogno del loro aiuto e del loro accudimento. Chi agisce in questo modo impara il meccanismo della negazione sin da quando è piccolo e lo impara talmente bene che poi da grande lo applica senza tanti sforzi, anzi diventa uno sforzo non negare.  Il meccanismo successivo alla negazione è quello del controllo che generalmente in queste relazioni, come dice la Norwood, si manifesta attraverso l’accudimento e la modificazione di caratteristiche del partner. Chi agisce così sente di avere in pugno la situazione e di poter gestire il partner. In realtà questo non è altro che una maschera per poter recitare il ruolo che si è sempre recitato in famiglia. È importante rendersi conto che la negazione e il controllo non migliorano le vita e le relazioni.

Come sostiene la Norwood, il segreto per riuscire a rompere questo circolo vizioso è l’accettazione, reazione opposta a quella di negazione e controllo. L’accettazione consiste nel sapere accettare un individuo così com’è, senza immaginare una felicità futura in seguito a cambiamenti, manipolazioni, coercizioni. Quando si vuole cambiare una persona si spera che riuscendo a cambiarla si sarà felici, così facendo però si pone la fonte della felicità al di fuori di se stessi, nella mani di qualcun altro, negando le proprie capacità ed evitando la responsabilità di cambiare in meglio la propria vita. Piuttosto che cambiare se stessi si preferisce scegliere ad hoc persone problematiche che necessitano un cambiamento. Paradossalmente è proprio l’accettazione autentica che consente all’altro di cambiare…se vuole!

Scegliendo  di cambiare se stessi ci si libera del peso di provare a cambiare una persona che in realtà non vuole cambiare e ci si libera del senso di colpa se non si riesce a cambiarla. Convogliando le proprie energie per sviluppare i propri interessi e le proprie passioni, si potranno trovare nuove soluzioni: provare più affetto per il partner e i suoi lati positivi che prima non si sapeva apprezzare, oppure rendersi conto di meritare una storia diversa e trovare la forza di voltare pagina.

Vedi anche:  Problematiche di coppia e Dipendenza Affettiva

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