Consapevolezza partecipe all’emozione del momento

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Consapevolezza partecipe all’emozione del momento

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Molti dei sintomi legati a problematiche alimentari come le abbuffate, le condotte di vomito autoindotto così come sintomi legati a discontrollo degli impulsi (shopping compulsivo, abuso di sostanze ecc) derivano da un tentativo automatico di regolazione emotiva.
Le abilità di regolazione emotiva si acquisiscono durante l’infanzia sulla base dell’interazione con la propria figura di riferimento. (Per informazioni più dettagliate sul rapporto tra regolazione emotiva e disturbi alimentari vi consiglio questo articolo “Cibo e abbuffate: il ruolo dell’ambiente d’origine”). Tali abilità non consentono di eliminare le emozioni negative poiché i sentimenti dolorosi e avversivi fanno parte della vita e non possono essere completamente evitati. Spesso però i tentativi automatici con i quali abbiamo imparato a gestire le nostre emozioni sono controproducenti, invece che aiutarci nella regolazione emotiva non fanno altro che incrementare il dolore.
Un altro punto fondamentale da sottolineare è la questione che riguarda il giudicare le proprie emozioni e i propri comportamenti in “buoni” e “cattivi”. Generalmente giudizi severi e critici nei confronti del proprio mondo emotivo non fanno altro che incrementare la sofferenza e il dolore.
Un primo passo fondamentale consiste nel prendere consapevolezza, riconoscere e decifrare le proprie emozioni. Le emozioni sono fenomeni della vita relativamente brevi, quando persistono per un lungo periodo si parla di stato d’animo.

Se le emozioni hanno tempi di breve durata perché a volte la sofferenza, la rabbia o la paura si mantengono anche per diverse ore?
Questo può accadere poiché senza rendercene conto riaccendiamo più e più volte una risposta emotiva.
Le abilità di osservare e descrivere sono fondamentali per identificare ciò che ha innescato quello che si prova. Identificare che cosa provoca un’emozione può essere complicato all’inizio ma si tratta di un’abilità cruciale e molto significativa. Gli eventi scatenanti possono essere interni, pensieri ricordi e/o sensazioni fisiche, cosi come esterni.
Tutti i tentativi che facciamo per bloccare un’emozione sono controproducenti. Imporsi di non sentire è come stare sotto la pioggia senza ombrello e usare le proprie energie per cercare di non sentire la pioggia o bloccarne la caduta. Allo stesso modo, tentare di tenere sotto controllo ciò che si prova abbuffandosi o bevendo per stordirsi o attraverso shopping compulsivo ecc può rivelarsi controproducente e provocare l’amplificazione delle emozioni spiacevoli. È difficile regolare le emozioni se le si evita, o se non si impara a dare un nome agli stimoli emotivi e ai segnali. Dare un nome all’emozione facilita la regolazione emotiva: riconoscere ciò che si prova è un primo passo in direzione della gestione.

Un tipico esempio può essere quello di provare un’emozione di paura e etichettare ciò che si sta provando come “stupido” che sottende “ciò che sto provando è sbagliato, non dovrei aver paura e preoccupazione” . Queste reazioni di autocritica e invalidanti a loro volta diventano un evento scatenante atto ad incrementare l’intensità dell’emozione primaria (in questo caso la paura) e ad innescare un’emozione secondaria come la vergogna, senso di colpa, rabbia. Cercare di bloccare un’emozione innalza i livelli di attivazione fisiologica e ciò può dare luogo ad impulsi ancora più intensi.
Frequentemente cadiamo nella trappola di etichettare come “Il problema” le nostre emozioni dolorose, sebbene essi arrechino disagio, il vero problema consiste nel tentare di bloccarle o offuscarle. Possiamo rispondere ad una nostra reazione emotiva primaria con comprensione, benevolenza, interesse e partecipazione, tutte reazioni che possono portare ad un decremento nell’intensità dell’emozione e a un aumento del senso di padronanza. 
CONSAPEVOLEZZA (MINDFULNESS) DELLE EMOZIONI DEL MOMENTO
Per regolare le emozioni del momento è importante avere un rapporto costruttivo con i propri sentimenti. La consapevolezza e l’accettazione delle proprie esperienze emotive può ridurre la sofferenza causata dal lottare contro di esse, opporre loro resistenza, giudicarle e/o rifiutarle.
Dal momento che le emozioni dolorose fanno parte delle condizione umana, ciascuno deve affrontare emozioni quali ostilità, rabbia, paura, ansia, disappunto, tradimento, gelosia ecc, a prescindere da quanto si possa impegnare a non farlo. Il segreto consiste nel trovare un modo per entrare in relazione con questi sentimenti dolorosi e difficili così da non aumentare la sofferenza.
Mettere in atto la consapevolezza rispetto dall’emozione del momento significa riconoscere cosa si sta provando, dare un nome dall’emozione e osservare la presenza dell’emozione facendo un passo indietro e prendendo le distanze. Prestare attenzione partecipe e non giudicante significa essere del tutto consapevoli, aperti e orientati al presente. Può essere molto utile immaginare le emozioni come un fiume impetuoso. Se ci si butta nel fiume si viene trasportati a valle dalla corrente di ciò che si prova. Ma se ci ricordiamo che è possibile fermarsi un momento è sedersi sulla riva, si ha l’opportunità di osservare e descrivere l’emozione facendo una cosa alla volta e senza giudicare. Ricordiamo a noi stessi in quei momenti che noi non siamo la nostra emozione, ciò che stiamo provando non rappresenta tutto quello che siamo, ma è un’esperienza derivante dallo stato attuale della mente. Inevitabilmente tutte le emozioni intense passano. Possiamo cavalcare l’onda dell’emozione senza farci travolgere, senza opporci all’onda o tentare di fermarla.
Per trasmettervi concretamente in cosa consiste tutto ciò, vi trascrivo un breve ESERCIZIO ESPERENZIALE DI CONSAPEVOLEZZA PARTECIPE ALL’EMOZIONE DEL MOMENTO.

Prendetevi un momento per sederci su una sedia, con i piedi appoggiati al suolo, postura eretta, respirazione lenta, fate tranquillamente dei respiri con il diaframma. Individuate un punto da fissare o chiudete delicatamente gli occhi. Richiamate quindi alla mente un’emozione intensa della quale siete stati recentemente consapevoli. Eravate tristi o arrabbiati? Eravate spaventati? Qualsiasi emozione sia cercate di osservare ciò che provate: immaginate di fare un passo indietro e di osservarla senza fare nulla. Vivete la come se fosse un’onda, che si infrange sulla spiaggia e poi si ritira. Non cercate di bloccarla né di ampliarla. Accettate quello che sentite senza aggiungere altro. Esercitatevi a lasciare andare l’esperienza e a darle libero corso. Fate infine alcuni esercizi profondi e terminate l’esercizio”.

FONTE
Binge eating e bulimia, Saver eh al. 2009, Raffaello cortina editore.

Felicia Simion photograpy

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